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SALA DELLA CARTA DEL "RETRATTO DEL GORZON"


Descrizione

Quasi tutta la Bassa Padovana, intendendo come riferimento geografico i distretti di Montagnana, di Este e Monselice (rappresentato quest'ultimo parzialmente), è felicemente descritta, in scala alquanto grande (in pertiche padovane ), quasi 1:10.000, nella gigantesca carta catastale cinquecentesca del "Retratto del Gorzone", esposta nell'omonima sala.

Essa misura mm 7950 x 3385 ed è formata da 121 rettangoli di carta, incollati su tela di lino. La carta è un restauro e una verifica di un'altra più vecchia, senz'altro della metà del Cinquecento. E' molto precisa nel rilievo dei particolari del territorio del "Retratto del Gorzone", ossia di tutte quelle terre che si dovevano "retrahere terram ab aqua", cioè che dovevano essere bonificate, secondo il progetto presentato ed approvato dal cosidetto "Magistrato dei Beni Inculti." ll "retratto", che si dividerà nell'Ottocento in vari consorzi, comprendeva gli attuali comuni di Montagnana, Casale di Scodosia, Megliadino S. Vitale (parzialmente), Santa Margherita d'Adige (parzialmente), Urbana, Merlara, Castelbaldo, Masi, Piacenza d'Adige, Ponso (parzialmente), Carceri, Vighizzolo, Sant'Urbano, Villa Estense, Este (parzialmente), Sant'Elena (parzialmente), Solesino (parzialmente), Granze, Barbona, Boara Pisani, Vescovana, Stanghella,Pozzonovo (marginalmente), Anguillara Veneta (parzialmente).

Lo scopo della carta era di catastare le proprietà, catalogando le capacità produttive dei terreni con colorazioni diverse, secondo la legenda contenuta in un cartiglio riportato. Le scritte riportate entro il disegno delle parcelle indicano la produzione, il proprietario, l'estensione in campi padovani e talvolta la località. Queste indicazioni sono assenti nei terreninon bisognosi di bonifica, mentre negli altri si doveva versare annualmente al cassiere del "retratto " il "campatico", cioè un tanto per campo, completo per i terreni vallivi e gradualmente ridotto per i terreni arativi e piantati, secondo un canone stabilito annualmente dai presidenti del "retratto", in base all'entità dei lavori idraulici da effettuarsi. In tal modo, la superficie tassata era di campi 38.830 ( il campo padovano corrisponde a circa 3862, 5 mq. e si suddivide in 840 tavole).

Questa grande carta catastale è conseguente al decreto del Senato Veneto, in data 19 settembre 1545, che contemplava l'elezione annuale di tre provveditori ai Beni Inculti, con il compito di proporre le opere necessarie di bonifica, di reperire il finanziamento, controllandone l'esecuzione. Si passa quindi, dopo la rielezione del 1556 dei provveditori, con l'ordine del Senato di dare inizio ai lavori nei "retratti" del Gorzone, di Lozzo, delle valli di Lendinara, del Bacchiglione, della Battaglia di Monselice e di altri luoghi.

Questi interventi ridisegnarono il nuovo ambiente rurale, cambiando i primitivi scenari: scompariva così a poco a poco l'habitat palustre, mentre gli elementi dell'antropizzazione s'imponevano sempre più nel paesaggio (canali rettifili, arginature, chiaviche , ponti-canali , ecc.).

La carta del "Retratto del Gorzone" rappresenta l'inizio di questo nuovo assetto, ma mantiene ancora il disegno primitivo del territorio, proponendosi, sia per l'esattezza, sia per la scala ad uno studio approfondito delle modificazioni, diventando pure una preziosa chiave di lettura delle presenze insediative del passato, anche lontano.

SALA DELLA RURALITA'

Gli oggetti esposti in questa sala non sono di facile reperibilità, in quanto, a partire dall'ultimo dopoguerra, che segna l'inizio del loro declino e della loro inutilità, vengono via via abbandonati.

Il loro uso è stato ormai cancellato dalla memoria, per cuiil loro valore documentativo non è da considerarsi meno rilevante rispetto ai reperti definiti "archeologici".

Gli oggetti esposti sono di epoche diverse, ma la loro distinzione su base temporale è poco significativa, dal momento che il loro ambiente di collocazione è rimasto immutato per molto tempo; perciò accanto a reperti del novecento, possiamo trovarne altri dell'ottocento o più antichi.

Nella sala, un settore è dedicato alla casa e alle attività che vi si svolgevano, dalla tessitura alla preparazione e conservazione dei cibi; un altro raccoglie gli oggetti della stalla e dei lavori nei campi; il settore caccia e pesca espone strumenti e trappole impiegate in una attività che non rivestiva un ruolo meramente sportivo, ma rappresentava più spesso una necessità ed una vera e propria fonte di sussistenza. Non manca, inoltre, un'ampia esposizione di strumenti di misura e di peso.


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